Il Mulino Florio costruito intorno al XVII secolo, è un piccolo esempio di archeologia industriale riconoscibile dalla "fota", una specie di deposito d'acqua, derivata dal corso del vicino torrente, che aziona la mola per la macina del grano.
Il mulino, appartenuto alla famiglia Florio è stato dismesso nell'anno 1972 e la stessa sorte è toccata ai molti mulini ad acqua presenti sul nostro territorio.
La struttura è andata così man mano deperendo fin quando il 14 gennaio 2000 la famiglia Florio l'ha voluta donare all'Amministrazione Comunale. La struttura, ormai cadente, è stata utilizzata, per alcuni anni, solo nel corso della rappresentazione del presepe vivente.
Nell'anno 2005 fu operata la prima ristrutturazione ed il 3 agosto 2010, il mulino è stato concesso in comodato d'uso all'Associazione "Il presepe nel presepe". Questa prima ristrutturazione è stata conservativa ed ha permesso di recuperare la parte muraria e architettonica ma non ne ha ripristinato l'antica funzionalità.
Successivamente nell'anno 2010 si è operato un ulteriore restauro affinché il Mulino Florio tornasse ad espletare la sua funzione principale: la macinatura del grano.
Finalmente il 26 dicembre 2015 il mulino Florio ha ricominciato a macinare i primi chicchi di grano. Un grosso contributo affinché si giungesse a questo risultato è stato dato dalla famiglia Di Mella nella persona di Angelo, mugnaio in Morcone, che ha donato tutte le parti meccaniche del mulino. Altro importante sostegno è stato dato dai tanti artigiani ed ex mugnai che con le loro competenze hanno permesso la messa a punto del delicato meccanismo.
The Mulino Florio built around the seventeenth century, is a small example of industrial archeology recognizable by the "fota", a kind of water deposit, derived from the course of the nearby stream, which drives the grinding wheel to grind the grain.
The mill, which belonged to the Florio family, was abandoned in 1972 and the same fate befell the many water mills present in our area.
The structure thus gradually deteriorated until January 14, 2000 the Florio family wanted to donate it to the Municipal Administration. The structure, now dilapidated, was used, for some years, only during the representation of the living nativity scene.
In 2005 the first renovation was carried out and on 3 August 2010, the mill was granted on loan for use to the "Il presepe nel presepe" Association. This first renovation was conservative and allowed to recover the wall and architectural part but did not restore its ancient functionality.
Subsequently, in 2010, a further restoration was carried out so that the Mulino Florio would return to carry out its main function: the grinding of wheat.
Finally, on December 26, 2015, the Florio mill started to grind the first grains of wheat again. A big contribution to this result was given by the Di Mella family in the person of Angelo, a miller in Morcone, who donated all the mechanical parts of the mill. Another important support was given by the many artisans and former millers who with their skills have allowed the development of the delicate mechanism.
Dalla forza dell'acqua
la fragranza della farina
Siamo a Morcone, il paese del presepe
La presenza umana ha lasciato tracce significative fin dal periodo paleolitico e varie civiltà si sono susseguite nel corso dei secoli. Morcone, storicamente identificata come “Mucre”, cittadella abitata dal popolo sannita, fu successivamente distrutta dalle soldatesche romane.
Le sue origini si confondono tra leggenda e storia rendendo incerta la derivazione del nome stesso di Morcone che alcune fonti farebbero risalire a “Murgantia” ed altre, più fondate, a “Mucre”. Il primo riferimento certo risale al 776 d.C. quando, in età longobarda, divenne un importante gastaldato dipendente dal Ducato di Benevento. Nell'XI see. fu sede di vescovado di rito greco e, con il suo castello, la cinta muraria e la citata sede vescovile, Morcone diventa Civitas.
Durante le dominazioni normanne, sveve e angioine fu istituita l'Universitas, nella quale il popolo eleggeva la sua rappresentanza.
Nel 1381 Margherita di Durazzo, consorte di Carlo III re di Napoli, soggiornò a lungo nel castello di Morcone, suo feudo, e autenticò il testo degli statuti, che regolavano la vita e le attività degli abitanti, confermando ed aumentando i privilegi municipali.